Il glutine è il termine generale con cui ci si riferisce alle proteine che si trovano nei cereali, tra cui: semola, farro, farina, farro, graham, kamut (grano Khorasan), monococco, segale, orzo e triticum (un incrocio tra grano e segale).
Il glutine è appiccicoso e si comporta come colla, tenendo insieme gli alimenti e aiutandoli a mantenere la loro forma.
La dieta priva di glutine è diventata piuttosto popolare negli ultimi anni. È interessante notare che alcune persone che si sono impegnate per un approccio dietetico senza glutine non possano spiegare il motivo per cui l’abbiano provata o il modo in cui ne traggano beneficio. Ma affermano categoricamente che “si sentono meglio”.
Detto questo, la dieta priva di glutine è diventata un po’ controversa. Alcune fonti suggeriscono che molte persone abbiano cercato di ridurre o eliminare il glutine dalla loro dieta più del necessario.
I sondaggi
Secondo un sondaggio Gallup del luglio 2015, 1 americano su 5 ha cercato di includere alimenti senza glutine nella sua dieta. Alcune delle persone che sono passate a una dieta priva di glutine credono che sia più salutare, mentre altri credono che possa aiutarle a perdere peso. Altri hanno provato ad avere un impatto positivo su una malattia cronica apportando cambiamenti dietetici. È qui che arrivano le domande:
- Quali malattie e condizioni sono aiutate da una dieta priva di glutine?
- Una dieta priva di glutine è generalmente più salutare?
- Una dieta priva di glutine è totalmente innocua?
Artrite al glutine e reumatoide: le conclusioni della scienza
Le teorie sull’effetto del glutine sull’artrite reumatoide apparvero più di 50 anni fa quando il lavoro di un medico australiano, Ray Shatin, fu pubblicato sul Journal of American Medical Association. Il Dr. Shatin riteneva che esistesse una somiglianza genetica tra le persone celiache e quelle con artrite reumatoide.
Propose che, nella RA, ci fosse un’infiammazione di basso livello che si verifica con il consumo di glutine – non una reazione così forte come quella che si verifica con la malattia celiaca, ma comunque qualcosa di simile.
Ha testato la sua teoria su 18 pazienti con AR e tutti e 18 hanno migliorato i sintomi con la dieta priva di glutine. Nonostante questi risultati, poco a nulla è stato fatto per decenni per testare ulteriormente la connessione, se davvero c’era una connessione.
Nel 2017 sono stati rivelati fatti più importanti sulla rivista Minerva Gastroenterologica Dietologica. Ad oggi, nessun biomarcatore è stato identificato per la sensibilità al glutine non celiaca, ma in precedenza era stato segnalato che il 50% delle persone con sensibilità al glutine non celiaca era positivo per gli anticorpi anti-gliadina.
Tuttavia, quegli anticorpi non sono specifici per la sensibilità al glutine. Si trovano anche in altre condizioni, tra cui la celiachia, l’epatopatia autoimmune, la malattia del tessuto connettivo, la sindrome dell’intestino irritabile e alcuni controlli sani.
Non siamo ancora certi dunque ancora in grado di rispondere alla domanda che ci siamo posti e chi soffre di artrite reumatoide avrebbe degli enormi vantaggi a seguire una terapia standard.